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Nézhā (2019) e Jiāng Zǐyá (2020): I 2 film ispirati ai racconti folcloristici del Fēngshén Yǎnyì

Molto bene carissimi amici, in attesa del 2º capitolo di Nézhā nelle nostre sale il 6 novembre 2025, ci occuperemo sia del 1º Nézhā che di Jiāng Zǐyá (inediti in Italia) essendo entrambi ispirati ai racconti folcloristici e religiosi del Fēngshén Yǎnyì da cui è nato l'omonimo universo cinematografico in pieno stile Marvel/DC, con tanto di post-credits e accenni a probabili crossover, che analizzeremo oggi. 


Nézhā zhī mótóng jiàngshì (2019) di Yáng Yǔ: il dramma di un giovane e temuto demone isolato nella sua gabbia dorata 

Una perla del caos inizia ad assorbire energie primordiali del cielo e della terra costringendo il signore supremo Yuanshi a far intervenire i suoi discepoli: il buono e simpatico Taiyi (e voce narrante del film) e l'ambizioso fratello Shen, che però falliscono nell'impresa costringendo il loro venerabile maestro ad intervenire personalmente scindendo la perla in 2 parti: la sfera spirituale e la demoniaca. Per ordine di Yuanshi, nella sfera spirituale si sarebbe dovuto reincarnare il 3°genito del generale e cacciatore di demoni Li che si era meritevolmente distinto, mentre ovviamente la più pericolosa sfera demoniaca, quasi indistruttibile, sarebbe potuta essere distrutta solo attraverso una maledizione divina di Yuanshi tramite un fulmine trascorsi 3 anni. Le 2 parti originali della perla del caos verranno consegnate al buon Taiyi, il quale se avesse portato a termine il compito affidato, avrebbe potuto sedere a fianco degli altri 12 immortali dorati presso la corte celeste con profondo disappunto di Sheng che se la legherà al dito intenzionato a sconvolgere i piani del loro maestro. Approfittando di un momento di distrazione di Taiyi sfruttando la sua debolezza per l'alcol, Sheng ruba la sfera spirituale e scaglia la demoniaca contro l'altare rituale eretto in occasione del concepimento del figlio del generale Li e della moglie Yin facendo sì che il pargolo di nome Ne Zha si reincarnasse nella sfera demoniaca e procurasse guai ai suoi genitori e alla città di Chentangguan che cade nel terrore. Infattti, l'appena nato Ne Zha dimostra istantaneamente la sua natura demoniaca che richiede da parte di Taiyin l'applicazione di un sigillo di contenimento che non basterà a tenere buoni gli animi dei cittadini di Chentangguan che chiedono la morte del bimbo a cui si oppongono i genitori con la promessa di farsi in 4 per tenere a bada e istruire Ne Zha e allo stesso modo evitare il suo triste destino già segnato. Ne Zha vivrà servito e riverito nella sua sontuosa residenza che si rivelerà essere solo una gabbia dorata dalla quale il giovane ragazzo vorrà fuggire per cercare di essere un ragazzo come tutti gli altri e di interagire, venendo però temuto, allontanato e insultato per essere diverso a causa dell'ignoranza e dai pregiudizi legati alla sua natura. Ne Zha reagirà sempre in modo spavaldo e strafottente, ma quando sarà solo nella sua intimità dimostrerà essere un bambino sensibile e fragile al netto della sua forza fisica sovraumana, soffrendo molto per la sua condizione. Gli amorevoli genitori però non si arrenderanno, per concedere un minimo di felicità al figlio e alzare il suo morale, affermeranno che lui era la reincarnazione della sfera spirituale e lo inviteranno a seguire le loro orme di cacciatori di demoni sotto anche la non proprio brillante guida di Taiyi che in breve tempo non avrà nulla da insegnargli e verrà persino superato dal suo stesso allievo. Concluso il suo apprendistato di cacciatore di demoni, Ne Zha tenta di catturarne uno per ottenere la gratutudine e l'affetto del popolo ed è proprio in questa occasione che coopererà nella cattura del demone e farà amicizia con un ragazzo che teneva celati i suoi tratti draconici di nome Ao. L'amicizia tra Ne Zha e Ao è profonda e sincera ed è indubbiamente il punto principale su cui ruota l'intero film, per la prima volta entrambi i ragazzi si sentono accettati perché entrambi non giudicano l'altro per l'aspetto fisico o la propria natura e abbiamo una tenera scena in cui Ao gioca con Ne Zha regalando al piccolo di 2 anni, anche se per poco, un genuino momento di felicità che non dovrebbe mai essere negata ad alcun bambino. Tuttavia, sembra che la loro amicizia non sia destinata a durare a lungo sia perché Ne Zha è prossimo a compiere 3 anni e a essere folgorato dal fulmine della maledizione divina, e sia perché Ao, in realtà, è allievo di Shen e figlio reincarnato nella sfera spirituale del re drago il quale, con la complicità di Shen, vuole distruggere Ne Zhan per compiacere gli dei e conseguire l'ascesa dei draghi al cielo in qualità di divinità che gli era stata negata.

Considerazioni finali

Film d'animazione 3D a dir poco eccezionale per l'altissima qualità dei disegni, effetti visivi, doppiaggio, scene spettacolari e intense di combattimenti degne delle migliori pellicole wu xia e per gli amanti della mitologia cinese e asiatica in generale. Impossibile non essere dalla parte del giovanissimo Ne Zha il cui background non è così differente da quello di Naruto: maledetto dal suo villaggio sin dalla sua nascita al punto di supplicare i suoi genitori di ucciderlo, farà versare allo spettatore non poche lacrime ogni qual volta verrà insultato e gli verrà negata anche la possibilità di giocare con altri bambini in quanto diverso, i sacrifici che metteranno in gioco soprattutto la vita del padre e nei momenti in cui la profonda amicizia tra Ne Zha e Ao verrà messa alla prova. Tra i temi principali, oltre alla denuncia dell'isolamento di chi è deverso, dell'amore genitoriale e dei sacrifici legati ai propri doveri,  all'amicizia, non meno importante è la consapevolezza che il proprio destino non è già scritto, ma bisogna costruirselo. Film dunque adatto alle famiglie, per tutte le età grazie al suo vivace ed efficace umorismo, ma che tratta anche tematiche importanti per quanto molto mainstream, ma la cui messa in scena è magistrale grazie alla perfetta scrittura della sceneggiatura.

Voto: 8/10


Jiāng Zǐyá (2020) di Chéng Téng e Lǐ wěi, l'unica vera futura divinità compassionevole di tutto il creato

Indubbiamente anche questa pellicola strizza l'occhiolino a Naruto (anche se in realtà il paragone è improprio visto che la maggior parte della mitologia giapponese adoperata come ispirazione nei fumetti a sua volta si rifà a quella cinese). In un prologo realizzato con una splendida animazione in 2D, (mentre tutto il resto del film è in 3D) il demone femminile della volpe a 9 code sfrutta l'inettitudine del tirannico imperatore Zhou, prendendo le sembianze della sua futura sposa e provocando la caduta della dinastia Shang per permettere l'ascesa del clan della volpe, provocando una guerra su vasta scala che coinvolse i 3 regni e spinse la sala Jingxu a un intervento divino. In guerra si distinse il discepolo Jiang Ziya che sconfisse l'imperatore Zhou e il demone volpe facendolo prigioniero. Il giovane Jiang ottene il beneficio degli dei che niente meno gli stesero le scale per farlo ascendere direttamente in cielo ed è qui che entriamo nel vivo del significato specifico del romanzo e omonimo universo cinematografico del Fēngshén Yǎnyì traducibile nella nostra lingua come "la canonizzazione/investitura degli dei" e volendo, credo che potremmo anche definirlo in un ottica cattolica occidentale come "santificazione" perché Jiang ha la possibilità di dirigere la nuova leadership divina divenendone il capo, ma manda tutto a rotoli: proprio nel momento decisivo in cui è pronto a sferrare il colpo fatale alla volpe incatenata nella sala Jingxu per essere giustiziata, nella mente dell'uomo sorge un dubbio, la volpe è in grado di ingannare con le sue allucinazioni e Jiāng costata che nel corpo della volpe è presente una giovane fanciulla che sarebbe morta qualora avesse ucciso il demone volpe, tuttavia alla fine sferra il colpo finale alla bestiaccia. Per il suo tentennamento, gli dei sospendono a tempo indeterminato la sua investitura a divinità fino a quando l'uomo avesse avuto le idee chiare e lo mandano in esilio presso il mare del nord in compagnia dell'amico Shen e il suo cane divino Bu. Un giorno incontra il giovane spirito volpe Xiao che soffre di amnesia e decide di acquistare in una taverna una mappa per giungere presso il monte Youdo dove probabilmente avrebbe riabbracciato il padre. Colpito dall'incredibile somiglianza di Xiao con la ragazza intrappolata nel corpo del demone volpe, Jiang decide di accompagnarla contravvenendo al suo obbligo di rimanere confinato presso il Mare del nord, e insieme alla ragazza volpina dovrà affrontare varie avversità per eliminare il vincolo che effettivamente ha nei confronti del demone volpe il cui corpo mortale è stato eliminato, ma non il suo spirito.

Considerazioni finali

Anche in questo 2° film del Fēngshén Yǎnyì Universe troviamo alcuni aspetti simili a Nézhā quali in primis la classe dirigente divina corrotta e incline all'inganno tanto in Nézhā nei confronti dei draghi a cui è stato negato l'ascesa ai cieli limitandoli a secondini di pericolosi demoni, quanto in Jiāng Zǐyá in cui il clan della volpe era stato disilluso allo stesso modo e con l'impossibilità di reincarnarsi e spingendoli alla guerra per poi incolparli. Il ritmo di Jiāng Zǐyá è sicuramente molto più lento e meno umoristico di Nézhā ma ugualmente interessante grazie alla profondità dei personaggi e alle ottime animazioni, l'omonimo protagonista rinfaccia l'ipocrisia delle divinità ed è pronto a salvare qualsiasi essere del creato innocente a differenza del pensiero  più pragmatico delle divinità che vede più logico il sacrificio di un singolo per il bene di milioni.

Voto: 7/10

Gerry


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