Molto bene carissimi amici, sebbene stimi abbastanza i film di Timothy Walter Burton e quel tipo di atmosfera sua inconfondibile con i suoi scenari e personaggi, Beetlejuice per me è un film ok, ma non mi ha lasciato nulla, personalmente, rispetto ai suoi Batman, Edward Scissorhands, Sleepy Hollow e anche i suoi adattamenti Live Action Disney. Il tipo di umorismo dark da horror comedy, almeno in questa sua pellicola, non è esattamente nelle mie corde, per cui non aspettavo con particolare trepidazione il suo sequel a distanza di ben 36 anni. Il titolo del nuovo capitolo, invece di preferire l’aggiunta semplicemente del numero 2, sceglie la ripetizione Beetlejuice Beetlejuice e forse velatamente il regista ci sta dicendo che vuole portare avanti il franchise almeno per un altro capitolo perché per evocare lo spirito truffaldino bisogna chiamarlo ad alta voce per 3 volte.
Nella nuova pellicola avremo un cast corale con attori noti e di rilievo e non ci sarà solo Beetlejuice come villain, ma nello stesso film, con diverse sotto-trame nonostante non duri molto, ce ne saranno altri 2. Il film si ricollega a quanto visto 36 anni fa, la ragazzina gotica e depressa con istinti suicidi di nome Lydia è una vedova che ha avuto una figlia di nome Astrid, una simpaticona proprio come la madre che spesso accusa di essere una ciarlatana perché, nonostante sia in grado di vedere e parlare con gli spiriti, non è in grado di comunicare con il padre trapassato e inoltre ora la madre ha un compagno che palesemente non la ama e la sfrutta per la sua notorietà conducendo un programma con un indice di ascolti molto alto e dunque lucroso e tanto per essere allegri, anche il padre biologico di Lydia muore e la sua seconda moglie che si vanta delle sue doti artistiche, in modo non molto differente dal futuro genero, fa delle scenate da tragedia greca per la perdita del marito per denaro (come critica sociale del narcisismo e dell’arricchirsi sfruttando le tragedie ci sta).
Allo stesso momento, interpretata dalla nostra connazionale Monica Bellucci, scopriamo che
Beetlejuice, secoli addietro ebbe una moglie, Dolores, che sposò durante la
peste mentre esercitava l’onesta attività di ladro di tombe e si innamorò di
lei e celebrarono le nozze “sobriamente”.
Beetlejuice però ignorava che la donna appartenesse ad una setta e, attraverso
un rituale voleva ottenere la vita eterna ai danni del marito, ma entrambi si
uccisero. Essendo stata accidentalmente risvegliata, Dolores inizia una lunga
scia di omicidi assorbendo le anime dei morti dell’aldilà uccidendoli in modo
definitivo e sulle scene del crimine inizia ad indagare un attore estremamente
convinto di essere un poliziotto. Non dimentichiamoci però di Astrid, a dare un
tocco di teen alla narrazione cadaverica, ci pensa la ragazza che in preda alla
tipica ribellione adolescenziale, litigando con la madre si allontana in bici e
distraendosi rischia di farsi ammazzare in un incidente stradale e distrugge la
staccionata di un’abitazione, la soccorre un ragazzo gentile e i 2 si piacciono
all’istante (o quasi) e passano del tempo insieme durante Halloween ballando in
una scena molto simile alla serie televisiva Wednesday, serie che non ho visto ma la cui scena di ballo è
divenuta molto famosa grazie a dei meme, video parodistici e alla sua attrice Jenna Marie Ortega che da anche il
volto al personaggio di Astrid. Purtroppo, per la giovane, gotica, pessimistica
e innamorata ragazza, il suo fidanzatino (che mi pare lo stesso della serie
Wednesday) ha tutt’altro che buone intenzioni nei suoi confronti, Astrid scopre
che è un fantasma e, di conseguenza, la stessa capacità della madre e il
giovane fantasma (che in realtà avrebbe da vivo una 40ina di anni) sfrutta i
suoi sentimenti per le proprie necessita e la povera Lydia, pur di salvarla, dovrà allearsi e soddisfare l’antico
accordo con Beetlejuice il quale, pur di sfuggire alla ex e cadaverica moglie
incazzata, accetta di buon grado di aiutarla.
Verdetto
Non posso certo scrivere che il film sia brutto, la regia,
la fotografia, scenari e costumi sono davvero ben realizzati e l’atmosfera è
quella inconfondibile dei lavori burtoniani. Forse rispetto alla sobrietà del
1° film ci sta molta carne al fuoco, ma non è male, lo consiglio a tutti coloro
che amano i film del regista e in particolare di Beetlejuice. Ma a me
personalmente, come per il precedente capitolo, è sempre un film ok ma nulla di
più.
Voto: 6
Gerry
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