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Retrospettiva sulla saga di Black Christmas (1974-2019): un natale rosso sangue

Molto bene carissimi amici, per augurarvi un felice natale e una maratona di film a tema, oggi vi consiglio un bel film natalizio da "vedere in famiglia e dai grandi valori". Black Christmas, cult horror del 1974 considerato da molti come il capostipite dei film slasher. Oltre a trattare la pellicola originale, recensiremo anche i suoi 2 remake, il 1º del 2006, davvero molto blando, ma che in grosso modo simile all'originale, e un altro del 2019 che cambia decisamente la storia aggiungendo temi soprannaturali, woke e femministi. Il punto in comune dei 3 film, che tratteremo separatamente, sono: ovviamente il natale, un gruppo di studentesse e pazzoidi che fanno chiamate intimidatorie prima di massacrare le proprie vittime.

 

Film originale (1974) di Benjamin Clark: il fascino del finale incerto/Cliffhanger

Ovviamente, il consiglio di vederlo insieme alla famiglia per i suoi alti valori morali è uno scherzo goliardico, infatti ci sarà persino una scena in cui una delle studentesse delle classiche fratellanze (o sorellanze come in questo caso) americane (ma anche canadesi data l'ambientazione) che risiedono nei dormitori denominati con le lettere greche, durante una festicciola dedicata ai bambini, inciterà uno di essi a bere e a vantarsi del fatto che è una vera spugna. Trovo il film anche molto critico della società bacchettona del suo tempo, siamo negli anni 70 e della ribellione giovanile del resto, e si parla ampiamente del sesso (con un linguaggio molto scurrile e poster espliciti) e si affronta anche il tema dell'aborto e della sua etica. La trama è molto semplice: un gruppo di studentesse universitarie trascorrono il natale in un convitto e improvvisamente, un misterioso uomo, che vedremo di tanto in tanto nella penombra,  fa irruzione (e durante i suoi monologhi comprendiamo subito che ha un qualche disturbo della personalità) e approfittando della confusione e del brio delle studentesse universitarie che ricevono la visita di una caricaturale direttrice sbevazzona, aggredirà una delle ragazze e occulterà il cadavere nella mansarda. Il padre della 1ª vittima molto pia e casta, viene mostrato in modo caricaturale come il classico padre rigido allibito dai poster osceni nelle camere delle studentesse e dal carattere riprovevole della direttrice della struttura e dal carattere disinibito delle giovani studentesse, in particolare Barb che risponde sempre a tono, ma e anche fortemente preoccupato per la sorte della figlia e tenterà di fare di tutto per ritrovarla grazie anche all'aiuto delle sue compagne e del fidanzato incontrando una certa superficialità e faciloneria nella professionalità della polizia che minimizza la gravità dell'accaduto. Piccolo valore aggiunto, Carmine Orrico meglio conosciuto come John Saxon, interpreta sempre il ruolo di un ufficiale di polizia serio e professionale prima del ben più conosciuto e successivo A Nightmare on Elm Street. La storia poi si concentra su Jess, una studentessa in crisi con il suo ragazzo Peter al quale comunica di essere incinta ma intenzionata ad abortire ricevendo forti critiche da lui che invece vuole tenere il bambino e ritiene l'aborto pari a un omicidio, ed è anche la ragazza che riceve più chiamate intimidatorie e a sfondo sessuale da parte dal misterioso killer. Tutto porta allo spettatore (e alla polizia) a pensare che sia Peter il vero assassino per il suo modo di agire e dal suo sguardo spiritato dopo aver appreso la notizia dalla sua fidanzata e dai particolari che vengono riferiti nelle chiamate del pazzoide che soltanto il ragazzo di Jess poteva conoscere, ma il finale non sarà così scontato.   

Voto: 8/10

Il 1° remake (2006) di Glen Morgan: rilevata l'identità dell'assassino

Nel 1° becero Remake del 2006 la storia, come abbiamo scritto, non si differenzia molto (più o meno, sarebbe meglio dire: non si differenzia molto la premessa iniziale ma è carente del tutto della parte critica della società) ma scopriamo la vera identità dell'assassino che ha vissuto un'infanzia orribile con una madre violenta e incestuosa, ma soprattutto scopriremo che saranno 2 i killer presenti. I nomi dei personaggi sono gli stessi e l'identità del killer viene rilevata quasi subito da una macabra usanza della sorellanza, ovvero, donare simbolicamente un regalo a un pazzoide che era vissuto nell'attuale dormitorio e massacrato la propria famiglia e, guarda caso, il suddetto pazzoide evade dall'ospedale psichiatrico dove era tenuto in cura. Le studentesse sono poco caratterizzate e poco interessanti e ridotte unicamente a vittime dei killer, dai movimenti di camera sembra che si voglia dare un ruolo di particolare spicco a una ragazza di nome Heather ma che rimane ugualmente un personaggio anonimo e che muore anche in modo sbrigativo e anonimo.

Voto: 4/10

Il 2° remake (2019) di Sophia Takal: critica femminista e woke condita da elementi soprannaturali e persino action

Prima di iniziare, ci tengo a sottolineare che non ho nulla contro i temi femministi e woke, ma il film ne fa un esubero e la trama, pesantemente modificata, è ridicola e le morti sono le peggiori messe in scena del franchise e molte sono anche off-screen e troppo rapide per comprendere cosa diavolo stia succedendo. Nel gruppo della sorellanza di turno, i personaggi che spiccano sono Riley che ha subito violenza da uno studente di una confraternita che la fa franca e Kris che è una ultra femminista la quale critica i metodi di insegnamento di un docente ritenendolo maschilista e per la stessa ragione, vorrebbe eliminare il busto del fondatore del college tacciato di essere schiavista e pratico di magia nera. La vita delle ragazze viene profondamente sconvolta dopo un balletto con abiti da babbo natale sexy (per criticare il patriarcato ovviamente) dove insultano pubblicamente il ragazzo che fece violenza a Riley e apostrofando male il genere maschile dando il via a uno shitstorming sul web da parte di ragazzi che non si identificavano come stupratori, giustamente, solo per essere uomini e dando il via anche ad una catena di messaggi minatori. Fin qui, bene o male la trama potrebbe reggere, fino a quando non viene introdotta la confraternita dell'aggressore di Riley che svolgeva strani rituali utilizzando un fluido nero presente nel busto del fondatore, ottenendo forza e capacità sovraumane e rilevando che in effetti, guarda un po', era sostenuta proprio dal docente che Kris tentò con varie petizioni di allontanare dal college e inoltre l'obiettivo della confraternita era proprio quello di eliminare con arco e frecce le donne che volevano emergere nella società risparmiano solo quelle che si sarebbero prostrate alla confraternita/patriarcato. 

Voto: 2/10

Parere finale

Soglio non essere prevenuto nei confronti di re-make/boot, ma in questo caso evitate assolutamente di vedere i remake e godetevi la visione dell'unico vero Black Christmas. Le altre pellicole sono sciape, il 1° remake quanto meno cerca di dare un'identità al serial killer e di per se la storia legata al personaggio (e al 2° killer) non è male, se ben messa in scena avrebbe potuto creare un personaggio interessante e forse qualche sequel diretto, il 2° sequel invece è il pretesto unicamente, da parte di una regista, di attaccare le istituzioni che non offrirebbero sempre un programma di studio inclusivo che comprenda anche lo studio della letteratura femminile e non solo quella di autori maschi e bianchi e il solito attacco rivolto a una presunta società maschile generalmente vista come oppressiva e violenta.

Gerry

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