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Recensione "M. Il figlio del secolo", la serie su Benito Mussolini

 


Molto bene carissimi amici, finalmente il panorama delle serie TV italiane si arricchisce con un'opera ambiziosa e provocatoria, andiamo ad analizzarla. Il titolo della serie è M. Il figlio del secolo, adattamento dell'acclamato romanzo di Antonio Scurati, diretto da Joe Wright e con un'interpretazione magistrale di Luca Marinelli nei panni di Benito Mussolini. La serie, una produzione internazionale, si propone di raccontare l'ascesa al potere di uno dei personaggi più controversi della storia del Novecento, con uno stile che mescola rigore storico e intensa drammaticità cinematografica.


Un ritratto umano e politico di Mussolini

Joe Wright, noto per opere come Espiazione e L’ora più buia, porta alla serie un'estetica raffinata e una narrazione visivamente audace. Ogni inquadratura è curata nei minimi dettagli, dalle scenografie che ricreano con precisione l'Italia degli anni '20, alle luci che alternano chiaroscuri simbolici. Wright riesce a fondere il realismo con tocchi di teatralità, creando una tensione costante che accompagna lo spettatore lungo il percorso di Mussolini verso il potere.
Non mancano, però, alcuni elementi che potrebbero suscitare dibattito. La scelta di umanizzare Mussolini potrebbe essere fraintesa come un tentativo di giustificare il personaggio, anche se la serie si impegna a mostrare le conseguenze devastanti delle sue azioni. Inoltre, alcuni episodi risultano leggermente prolissi, rallentando il ritmo della narrazione rendendola pesante.

La forza della serie risiede nella capacità di evitare una narrazione univoca. In M. Il figlio del secolo, Mussolini non è solo il dittatore che tutti conoscono dai libri di storia, ma un uomo complesso, animato da ambizioni sfrenate, insicurezze profonde e una straordinaria capacità di manipolazione. Luca Marinelli offre una performance straordinaria, capace di cogliere sia il carisma che il lato oscuro del futuro Duce. La sua interpretazione è ipnotica: gli sguardi, i silenzi e i momenti di esplosiva violenza contribuiscono a costruire un personaggio inquietante ma affascinante. Il suo personaggio è denso di teatralità e carisma; particolare è il suo rivolgersi molto spesso con lo sguardo dritto in camera, rompendo la cosiddetta "quarta parete", quella tra l'attore e il pubblico. Mussolini (Marinelli) infatti si rivolge spesso allo spettatore, ponendogli considerazioni e riflessioni personali, mentre la trama scorre.

Uno degli aspetti più interessanti della serie è la sua aderenza ai fatti storici, basata sul lavoro documentaristico di Antonio Scurati. La narrazione include eventi chiave come la marcia su Roma, le tensioni con il Partito Socialista e le strategie comunicative che hanno permesso a Mussolini di conquistare il consenso di massa. Tuttavia, la serie non si limita a riportare i fatti, ma esplora anche le dinamiche psicologiche e culturali dell'epoca, mettendo in luce come la paura, la propaganda e il populismo abbiano contribuito al successo del fascismo.

Conclusione:

M. Il figlio del secolo è una serie che non lascia indifferenti. Grazie alla regia di Joe Wright, alla straordinaria interpretazione di Luca Marinelli e a una sceneggiatura che unisce rigore storico e profondità psicologica, la serie rappresenta un contributo significativo al racconto della storia italiana. Un'opera che invita a riflettere non solo sul passato, ma anche sulle dinamiche di potere e consenso che continuano a influenzare il presente.

Valutazione: 8/10


Eugenio I.

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