Retrospettiva di Nosferatu, il principe della notte (1979): un remake che rende giustizia alla pellicola del 1922
Molto bene carissimi amici, prima di parlare del nuovo remake di quest'anno dell'intramontabile film muto Nosferatu il vampiro (Nosferatu, eine Symphonie des Graues) di Friedrich Wilhelm Plumpe (meglio conosciuto come Friedrich Wilhelm Murnau) del 1922, che si rifece non poco al Dracula di Abraham Stoker (o meglio conosciuto come Bram Stoker) e (nonostante avesse cambiato i nomi e leggermente la trama) avendo rogne con i parenti del defunto scrittore che gli fecero causa per violazione del diritto d'autore e provocarono la bancarotta della casa di produzione della Prana-Film, tratteremo in primis del 1° remake del 1979 diretto da Werner Herzog, ovvero: Nosferatu, il principe della notte (Nosferatu: Phantom der Nacht). Nonostante tutto, il 1° Nosferatu, che spesso viene confuso come il nome del conte vampiro (che in realtà si chiama Orlok), e che è in realtà un termine usato dai zingari/gitani dei monti Carpazi (in Transilvania, dove è situato il castello del conte) per riferirsi a un "non estinto", Herzog lascia invariato il nome del conte Dracula (e degli altri personaggi) pur mantenendosi fedele alla trama del film del 1922.
Lo sfortunato protagonista del film, è l'agente immobiliare Jonathan Harker che viveva tranquillamente con la sua bellissima moglie Lucy, fino a quando il suo irritante datore di lavoro Renfield che ride istericamente per tutto il tempo (e si nota lontano un miglio il suo viscidume e follia), promettendogli un lauto compenso, gli prepara tutti i documenti da consegnare al conte Dracula desideroso di traslocare a Wismar per stabilirsi in una casa non molto distante da quella di Jonathan. Nonostante le inquietudini e i sogni (o meglio, incubi) premonitori di Lucy, Jonathan decide comunque di intraprendere il lungo viaggio in Transilvania ignorando anche i moniti dei zingari locali che lo implorano di rinunciare al suo proposito per preservare la pelle. Giunto al castello, Jonathan non può non notare l'aspetto cianotico e malaticcio del conte, che si dimostra gentile e lo accoglie con una lauta cena ma al contempo mostra un comportamento bizzarro e inquietante che fanno ripensare a Jonathan i saggi consigli della moglie e degli zingari, e sfogliando una sorta di manuale vampiresco, viene colto dal leggerissimo sospetto che Dracula sia un vampiro ma è troppo tardi. Infatti il conte, ansioso di firmare le varie scartoffie per il suo trasloco, nota accidentalmente il ritratto della bella mogliettina dell'agente e se ne innamora perdutamente decidendo di vampirizzare e intrappolare Jonathan per insidiarla, facendosi trasportare all'interno di una delle bare al cui interno era presente terra contaminata da cadaveri morti di peste (come da protocollo vampiresco). A questo punto, la pellicola vede in effetti 2 eroi: da un lato Jonathan che, pur iniziando il processo di vampirazzione, cerca di impedire l'ingresso di Dracula a Wismar e delle bare infette che contagerebbero e porterebbero alla morte le persone della città, mentre l'altra eroina è proprio la moglie Lucy che al prezzo di un grande sacrificio, approfitta dell'invaghimento del conte verso lei per attirarlo in trappola.
Pareri finali
Consiglio caldamente la visione di questo remake in quanto uno dei rari casi in cui effettivamente il remake omaggia degnamente un grande classico del passato. Herzog ha realizzato un lavoro eccezionale sotto ogni punto di vista. Avendo visto molto tempo fa la pellicola originale muta, il regista riesce a ricostruire le stesse atmosfere giocando molto con le ombre che preannunciano l'arrivo minaccioso del conte facendolo apparire molto più grande di quello che non è. La fotografia è assai curata e, data l'ambientazione prettamente notturna, gli abiti scuri del conte e il suo volto cadaverico, mi è piaciuto l'effetto ottenuto che evidenzia proprio il volto del vampiro facendolo emergere come una testa fluttuante nell'oscurità. Riguardo la musica, ci sono poche tracce ma che danno un tono solenne all'intera opera. Unica pecca, ma non gravissima, è Renfield, che essendo succube e vampirizzato da Dracula inizia (come sarà anche per Jonathan) gradualmente a perdere il senno, ma le scene in cui se la ride bellamente sono troppo lunghe, frequenti e irritanti. A scapito di questa piccolissima criticità, pellicola assai godibile.
Voto: 8/10
Gerry
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