Molto bene carissimi amici, oggi trattiamo l'ultimo adattamento live action in casa Disney di uno dei loro classici, anzi, sul 1º film di animazione del 1937 a guadagnarsi suddetta etichetta: Biancaneve (Snow White), il cui reboot di quest'anno è stato diretto da Marc Preston Webb.
Un disastro annunciato
Il film ha fatto parlare molto di se in modo negativo portando, soprattutto i fan dello storico film animato, a pronosticare l'inevitabile fallimento del reboot live action per l'ideologia woke che ha portato alla scelta dell'attrice di origini colombiane Rachel Anne Zegler aspramente criticata anche per diverse dichiarazioni previe all'uscita del film e scontri ideologici con la collega Gal Gadot su temi spinosi che hanno generato da parte del futuro potenziale pubblico critiche e meme, e un politicamente corretto ridicolo e surreale legato alla figura fantastica dei nani, realizzate con una CGI discutibile, sottolineando la loro natura di creature fantastiche che non hanno a che vedere con le persone affette da nanismo, togliendo possibilità lavorative ad attori che soffrono della patologia di ricoprire il ruolo. Dopo aver visto il film, personalmente valuto la caratterizzaziine di questa Biancaneve molto simile alla Jasmine dell'Aladdin del 2019, un personaggio inizialmente sottomesso che desidera cambiare le carte in tavola per il proprio e l'altrui benessere in qualità di leader. Come Aladdin che trovai un film pacchiano, però almeno in Aladdin proprio la sua scarsa qualità gli aveva conferito un fascino molto bollywoodiano, anche Biancaneve ha delle scenografie piuttosto discrete (in Aladdin migliori) ma dei costumi di scena pessimi che sembrano quelli a basso costo venduti per carnevale. La quantità di canzoncine è elevata, irritante e causa un rallentamento vertiginoso del ritmo.
Sulle scelte narrative tutto da buttare?
La trama in grosso modo è simile al materiale originale, abbiamo un flashback dove il regista cerca di approfondire maggiormente il rapporto tra genitori e Biancaneve che scelgono per lei il nome non in virtù del colore bianchissimo della sua pelle (che è stato uno dei motivi delle critiche) ma perché quando la regina la diede alla luce nevicava. I genitori educano la piccola Biancaneve a modo insegnandogli il rispetto per la natura e del popolo perché in futuro avrebbe regnato, ma dopo la morte della madre e il matrimonio del padre con una donna bellissima dotata di poteri, la vita della giovane subisce un drastico cambiamento simile a quello di Cenerentola, che rimane anche orfana di padre a causa di un complotto della donna. Ciò che spinge Biancaneve a ribellarsi e lottare contro la crudele matrigna liberando il popolo dalla sua tirannia è l'incontro con un uomo del popolo affamato, Jonathan, che era riuscito a infiltrarsi nel castello per rubare del cibo e a lamentarsi con la giovane anche del fatto che la principessa Biancaneve non stava facendo nulla per cambiare le sorti del popolo. Poco dopo, Jonathan viene catturato dalle guardie del castello e messo a morte dalla matrigna di Biancaneve che ignora le sue suppliche, ma poco dopo la stessa libererà il ragazzo. In parte per punirla per la sua sfrontatezza e per il fatto di essere più bella di lei (parlando però di una bellezza d'animo), seguono le varie scene chiave della fiaba, la matrigna ordina il suo omicidio al cacciatore che si rifiuta con lei che fugge nel bosco e stremata si riposa nel letto di uno dei nani, l'accoglienza che da questi riceve con l'aggiunta però di un secondo incontro con Jonathan che si scopre essere anche il capo di uno sparuto gruppo di ribelli fedeli al re e lo stesso viene ferito da una freccia di un soldato della guarnigione della matrigna che aveva l'ordine di trovarla e ucciderla. Biancaneve e i ribelli portano a casa dei nani Jonathan che viene curato da un incerto Dotto che non è un dottore e non si sa per quale ragione inizia uno strano dialogo con i personaggi quasi a indicare che nonostante i suoi sforzi, l'uomo non c'è l'aveva fatto salvo poi vedere Jonathan ricucito e in piedi e tutti a ballare per la gioia senza un motivo apparente quando solo pochi minuti fa c'era tensione tra ribelli e nani, ma tutto serviva solo per avvicinare di più Biancaneve e Jonathan pronti quasi a baciarsi. Unico aspetto positivo e che quanto meno, il regista tenta di sfaccettare i 2 personaggi facendoli interagire maggiormente in modo che si innamorino gradualmente per giustificare forse un bacio troppo audace del principe originale che aveva visto Biancaneve solo una volta e dunque il bacio non risultava propriamente consensuale dopo il maleficio della matrigna con la classica mela. Il confronto finale tra Biancaneve e la sua matrigna è molto deludente e privo di qualsiasi piano perché la giovane si limita solo a parlare al popolo che avrebbe anche potuto ignorarla per averli abbandonati e riesce a far breccia nei cuori dei soldati della guarnigione della matrigna, per lo più formati da quelli che in tempo erano giardinieri, panettieri ecc... di grandi virtù morali che all'ultimo istante si rifiutano di uccidere la ragazza con un pugnale materializzato dalla stessa matrigna, pugnale che la stessa sottrae dalla mano di uno dei soldati per portare lei a termine l'esecuzione, ma viene disarmata da un colpo di balestra lanciato da uno dei ribelli pronti a intervenire in qualsiasi momento. La matrigna si scopre avere deludentemente poteri da prestigiatrice più che si fattucchiera, sa solo far apparire rose, cambiarne colore e farle appassire e dar comparire un pugnale (che avrebbe potuto tenere nascosto) ma non sembra rappresentare una grande minaccia nonostante ci fosse detto dalla voce narrante di Cucciolo (sempre preso di mira e bullizzato dagli altri nani) che fosse una strega potentissima e che non tenta neanche di sfruttare tali poteri per combattere arrendendosi subito non appena i suoi uomini dissertano e limitandosi a piangere istericamente e fuggire nella stanza dello specchio per sentirsi ancora dire che la più bella era Biancaneve (per bellezza d'animo) e fondersi nello specchio dopo averlo infranto, trasformandosi in una sorta di scheletro.
Punti che sarebbero potuti essere Interessanti
Essendo un reboot, ci può stare anche la scelta di sostituire il principe con un ribelle e ladro spinto dalla fame e Biancaneve di origini reali, data la sua educazione, era anche un messaggio sull'abbattimento delle barriere sociali e un "matrimonio" tra popolo e nobiltà. È giusto che una donna lotti per la propria emancipazione, ma questa Biancaneve parla troppo (anzi, canta troppo) e agisce poco. Di per sé la bellezza interiore che è più importante dell'aspetto estetico è un buon tema, la matrigna è ossessionata dal suo aspetto fisico al punto da corrompersi proprio come ne "il ritratto di Dorian Gray" e lo specchio in qualche senso come il quadro racchiude la sua anima che muore con lei spaccando lo specchio. Tutravia, una regia svogliata e non in grado di rendere interessanti le poche intuizioni degne di nota, ideologie estremizzate, recitazione raggelante, scene con poco mordente, oltre all'antipatia della stessa protagonista che fa la saputella e a ricordare che lei è la principessa per poi sentirsi rinfacciare che non sta facendo nulla per il popolo e che comanda i nani a bacchetta ne hanno sancito il fallimento.
Voto: 5/10
Gerry
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