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Viaggio verso la Terra di ½ attraverso i film di animazione dal 1977 al 2024

Molto bene carissimi amici, quando parliamo in cinematografia dell'universo della Terra di ½ di John Ronald Reuel Tolkien, i film che ci vengono subito in mente sono quelli diretti dal grande Peter Robert Jackson. Ma già negli anni '70 erano stati prodotti dei film animati che tratteremo nel corso di questo lungo viaggio attraverso la Terra di ½ insieme a quello dell'anno scorso da noi però proiettato il 1º gennaio.

The Hobbit (1977) e The Return of King (1980) entrambi diretti da Arthur Gardner Ranking e Julius Caesar Bass


Sinceramente sono rimasto soddisfatto dalla visione di The Hobbit (inedito come il suo sequel in Italia). Circa l'animazione, da un lato devo dire che i disegni delle ambientazioni come la casa di Bilbo, degli ambienti naturali... sono ricchi di dettagli e davvero ben realizzate, ma i personaggi invece sono un po' bruttini da vedere e le scene di combattimento troppo frettolose. Nel complesso però grazie a buone musiche e al doppiaggio dei personaggi è un film assai gradevole, scorre bene ed è fedele al romanzo pur omettendo svariati eventi per renderlo leggero e adatto a un pubblico molto giovane. La storia la conosciamo tutti: Gandalf si auto invita con i nani di Thorin prepotentemente a casa del pacifico e cordiale Bilbo Baggins e lo costringono a sottostare ad un accordo per fare parte dei loro uomini (dato che erano in 13, un numero molto sfortunato) sfruttando le abilità da scassinatore innate dell'hobbit per una missione suicida volta al recupero dell'enorme tesoro nei pressi della loro montagna fortezza occupata abusivamente dal drago Smaug aiutandosi con una mappa del luogo per individuare un'entrata segreta apribile con una chiave che Gandalf consegna a Thorin dopo averla ricevuta dal padre di questi. Il viaggio non sarà per nulla facile e dovranno affrontare troll che gli permettono di mettere le mani su delle armi elfiche e in particolare, il film porrà particolare attenzione a un pugnale che Bilbo sceglierà come propria arma a cui poi si aggiunge l'anello magico che l'hobbit, separantosi dai compagni mentre erano alle prese con degli orchi, sottrarrà a Gollum a seguito di una sfilza di indovinelli; ed è proprio l'aspetto di quest'ultimo che ha catturato la mia attenzione: Invece di essere l'omuncolo dei film di Jackson, si presenta più come una sorta di essere anfibio, tipo rana. Dopo altre peripezie finalmente gli eroi giungono a destinazione e grazie all'anello che rende invisibile e alla dialettica di Bilbo che intraprende una lunga conversazione con il drago, l'Hobbit scopre il suo punto debole che verrà sfruttato dal futuro re del popolo di Pontelagolungo per infliggere il colpo mortale alla bestiaccia a prezzo di molte vite. Thorin però, a causa della sua cupidigia e del suo orgoglio, si rifiuta di dare asilo e denaro ai pontelagolunghiani e scoppia una guerra tra i 2 eserciti a cui si aggiunge anche quello degli elfi che reclamavano un risarcimento per i danni provocati da Smaug. Proprio durante i preparativi di guerra dei rispettivi eserciti, Gandalf riesce a tenerli buoni e a farli coalizzare contro il comune nemico rappresentato dagli orchi a cui come se non bastasse si aggiungono le poderose acquile che aiutano le forze del bene a trionfare. Gli orchi sono sconfitti, tra i vari morti riceve tutti gli onori Thorin, Bilbo riceve il suo compenso e viene accompagnato nella sua dimora da Gandalf il quale afferma che l'avventura non è ancora conclusa e presto, proprio a causa dell'anello che l'Hobbit porta come souvenir, un suo parente (non ancora nato) avrebbe dovuto iniziare una nuova impresa.

Mentre The Hobbit riesce, nonostante tutte le omissioni di alcuni eventi, a narrare splendidamente l'essenziale in 1h circa, The Return of King, realizzato dagli stessi studi e registi, con i medesimi pregi e difetti che ho costatato nel precedente film (anche se questo è meno riuscito), invece soffre maggiormente dei tagli di svariati episodi per contenere il tutto in circa 1h e ½ e sacrifica inoltre la profondità di molti personaggi che avrebbero richiesto molto tempo in più per essere approfonditi. Ad ogni modo, siccome lo scopo dei 2 film era quello di mantenere il target dedicato alle famiglie, il risultato finale è più che buono. In un certo senso, la prospettiva con la quale si osservano gli eventi è suggerito narrativamente dall'introduzione del film: che vede un vecchio Bilbo Baggins spegnere le candeline del suo 129º compleanno e apprendere dalle parole di Gandalf e di un menestrello il motivo per cui Frodo aveva perso 1 dito e viene soprannominato "Frodo dalle 9 dita". Dunque, non abbiamo una visione onnisciente di tutte le vicende degli svariati personaggi, ma essenzialmente solo dei 2 testimoni alla festa di Bilbo: quella di Gandalf, quando con Pipino erano bloccati nella città di Minas Tirith nella snervante attesa di un assedio che pareva inevitabilmente funesto per gli eroi, e ovviamente quella di Frodo che ha il difficile compito di distruggere l'anello sul Monte Fato e con esso il malvagio Sauron (che qui sembra una sorta di sole), dopo essere stato salvato dal fedele Samwise dal carcere di Cirirh Ungol presidiato da orchi. Concentrandosi principalmente su soli 2 punti di vista dei personaggi, chiaramente, ci vengono mostrati personaggi quali il re Theoden e la nipote, solo quando questi si convince e giunge in soccorso della città, mente Aragon che reclama il suo trono (dunque il personaggio chiave che avrebbe dovuto ricevere una posizione di 1º piano) compare brevemente solo quando anch'egli giunge a Gondor con la sua flotta e dichiarà guerra a Mordor. Nonostante i difetti, mi sento di consigliarveli, in particolare il 1º film.

Voto: 6/10

Il signore degli anelli (1978, The Lord of the Rings) diretto da Ralph Bakshi


Il film avrebbe dovuto avere un 2º capitolo, infatti, nel finale, la voce narrante parla della fine di questo 1º grande racconto che in 2h riassume egregiamente i primi 2 capitoli de Il signore degli anelli concedendo ai vari personaggi della compagnia dell'anello il giusto spazio oltre a fornirci informazioni (risapute) sulla distribuzione dei 9 anelli riservati agli uomini, dei 7 ai nani e dei 3 agli elfi, alla successiva creazione dell'unico anello che Sauron avrebbe adoperato per controllarli e dominarli tutti prima che il re Isildur gli mozzasse il dito, ottenendo l'anello e diventando il 1º di diversi possessori fino a Smigol, futuro Gollum, che arrivò ad uccidere il suo amico mentre stavano pescando. Il film, diretto da Ralph Bakshi adopera una curiosa tecnica di animazione che si potrebbe considerare precursora della CGI: per rendere alcune scene più realistiche e superare i limiti dell'animazione dell'epoca che presentava anche dei cali di frame improvvisi, adopera la tecnica del rotoscoping che consiste nell'utilizzare parti di girato con degli attori su cui poi disegnare i contorni. Le ambientazioni sono ben realizzate a volte con tratti surreali e colorate secondo il gusto psichedelico di quegli anni e infine le fisionomie dei personaggi sono più realistiche rispetto ai primi tentativi animati della franchigia. Nel film vengono mostrati vari episodi chiave: la richiesta di Gandalf rivolta a Frodo, accompagnato dal servitore Samwise e gli amici Merry e Pipino, di occuparsi della distruzione dell'anello sul Monte Fato, i Nazgûl che tentano si ostacolare i giovani Hobbit, l'incontro degli stessi con l'erede al trono di Gondor: Aragon, che con Legolas li scortano fino a Rivendell dove Elrond tiene un consiglio e fonda la compagnia dell'anello formata da Frodo (confermato come portatore dell'anello), i suoi 3 amici Hobbit scortati da Gandalf, Aragon, Legolas, Gimli e Boromir che sarà l'unico a desiderare di voler usare l'anello seppur a fin di bene per proteggere la città di Minas Tirith. Ovviamente non mancano poi le epiche battaglie tra gli orchi e i soldati di Rohan guidati da Éomer e l'eroica resistenza presso il fosso di Helm condotta dal re Théoden per bloccare l'esercito di Sauron il tempo necessario per permettere a Frodo e Samwise, guidati dal viscido Gollum, di raggiungere Mordor e distruggere l'anello.

Voto: 7/10

Il signore degli anelli: La guerra dei Rohirrim (2024, The Lord of the Rings: The War of the Rohirrim) diretto da Kenji Kamiyama

E con questo ultimo film, diretto da Kenji Kamiyama, che vede lo stesso Peter Robert Jackson tra i produttori esecutivi (e dunque più o meno considerabile canonico come prequel alla sua esalogia) concludismo il nostro lungo viaggio attraverso la Terra di ½ che aggiunge finalmente personaggi ed eventi inediti. A mio avviso lo stile grafico tipico dell'animazione giapponese è di qualità media senza particolari guizzi o virtuosismi avanguardistici, piuttosto brutti però alcuni elementi in CGI. Ambientato all'incirca 2 secoli prima degli eventi che coinvolsero Bilbo e successivamente il nipote, l'idea sin da subito è stata quella di valorizzare sin da subito la protagonista ed eroina Héra, figlia del re Helm che diede nome all'omonimo fosso, passata in 2º piano rispetto ai fratelli Haleth e Háma (assai somigliante a Link di The Legend of Zelda). La ragazza dai capelli rossi ci viene presenta sin da subito da una voce femminile (che ci tiene a ribadire di voler narrare le gesta di una donna che ingiustamente era stata dimenticata dalle cronache e dalle canzoni dei bardi) come un personaggio forte e libero che rifiuta di conformarsi alla società del suo tempo esplorando le campagne e allevando acquile giganti aggressive come se fossero dei passerotti (motivo per il quale a volte viene insultata e presa per una selvaggia campagnola) e ammiratrice di un vessillo militare appartenuto a delle donne guerriere che diedero la vita di Rohan e la cui unica superstite è la zia Olwyn che tratta la nipote come una figlia. La vita di Héra sembra trascorrere tranquillamente fino all'arrivo del signore dunlandiano Freca che chiede udienza al re Helm per unire in nozze i rispettivi figli Wulf e Héra che prova affetto per lui in quanto erano stati amici di infanzia, ma nulla di più, inoltre la ragazza era promessa a un altro di Gondor. La tensione era palpabile nell'aria, Helm e Freca iniziano un violento diverbio che si scatena in una rissa da bar che si conclude con la morte di questi con un solo poderoso pugno del re Helm e il desiderio di vendetta del figlio che viene bandito dal regno nonostante Héra avesse tentato di intercedere. Ovviamente Wulf non rinuncia al suo proposito e stringe alleanze per dichiarare guerra a Rohan, mentre Herm si dimostrerà un vecchio tutto muscoli e poco lungimirante noncurante dei consigli della figlia (tra l'altro brevemente rapita dal suo spasimante e conscia dei suoi piani) e del nipote Fréaláf, fidandosi piuttosto di un consigliere disonesto e in combutta con il nemico. Hélm aprirà gli occhi troppo tardi al caro prezzo della vita dei suoi figli e solo allora riconoscerà i suoi errori affidando, dopo il suo estremo sacrificio (con il riconoscimento postumo e il sito dedicato a lui del fosso di Helm), tutto nelle mani dell'unica figlia superstite che, grazie alla sua saggezza, aveva compreso la reale entità del pericolo, evacuato la popolazione civile e condotta al sicuro nella fortezza di Hornburg presa da assedio da Wulf. Le aquile, si sa, quando tutto è perduto compaiono all'ultimo momento ribaltando la situazione; e ciò è possibile proprio grazie al fatto che i modi campagnoleschi e l'amore verso gli animali, così disprezzati da coloro che conoscevano la principessa Héra, si rivelano determinanti perché grazie al cibo che offriva alle acquile, una di queste richiede aiuto ai soldati del cugino Fréaláf che asfaltano l'invasore mentre sarà per mano della stessa Héra che cadrà il suo vile pretendente. Il film si chiude con il colpo di scena della comparsa di Saruman, ancora non corrotto da Sauron, che presterà servizio presso il re Fréalaf, dopo che la cugina rinuncia al comando preferendo viaggiare al fianco della zia per indagare (per conto di Gandalf) sulle attività degli orchi visti a Hornburb intenti a depredare e analizzare gli anelli dai cadaveri in battaglia aprendo, a mio avviso, la possibilità di vedere altri film midquel dell'esalogia, con protagonista la principessa dai capelli rossi. Nonostante la trama sia banalotta, così come il casus belli ridotto a una scazzottata tra bifolchi piuttosto che re finita male, personaggi poco approfonditi al punto che a quasi metà film ho compreso i legami di parentela tra Héra, i fratelli e la zia e aver provato poca empatia di fronte la dipartita di alcuni di essi, pur essendo di fronte a un prodotto piuttosto mediocre, non me la sento di bocciarlo. È piuttosto passabile, seppur anonimo.

Voto: 6/10

Gerry

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