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Final Destination: Bloodlines (2025): non si possono cambiare i piani della morte

Molto bene carissimi amici, oggi parliamo del 6º capitolo rilasciato un bel po' di anni dopo l'ultimo film di Final Destination, con il sottotitolo Bloodlines in quanto: dopo la classica premonizione di uno dei personaggi svariati decenni prima, a morire stavolta non è un ristretto gruppo di persone, ma intere generazioni unite appunto da linee genealogiche di sangue che sono davvero tante, e dunque la morte dovrà lavorare a tempo pieno a lungo prima di concentrarsi a falciare proprio la famiglia di colei che predisse un incidente mortale in un luogo con una gran moltitudine di persone.


Diretto da Zach Lipovsky Adam Stein, il film ci mostra le origini delle lunga scia di sangue sparsa nel corso dei 5 capitoli precedenti, apparentemente scollegati tra loro, ma uniti da un singolo episodio che ci è mostrato in un flashback ambientato verso la fine degli anni '60. Una coppia di fidanzati affittati, grazie ad un amico di lui, riesce a imbucarsi ad una festa esclusiva, prima dell'apertura ufficiale, in uno splendido ristorante situato alla sommità di un'alta torre. La ragazza, di nome Iris, è incinta e decide di confessarlo al suo ragazzo che accoglie con estrema gioia la notizia visto che era sul punto di dichiarare di volerla sposare e i 2 giovani sono entrambi su di giri e si divertono, ma Iris, sin dal principio, è inquieta e improvvisamente ha una visione dove vede la sua morte e quella di tutti coloro che erano nel ristorante, strage che sarebbe stata causata in parte da una banalissima monetina da 1 penny lanciata da un irritante ragazzino, oggetto tanto banale che però sarà onnipresente nel corso della pellicola. Sventato l'episodio grazie alla premonizione di Iris, nel presente una ragazza di nome Stefani rivive quegli eventi nei suoi sogni e la sua vita viene completamente stravolta: non riuscendo a studiare a causa delle notti insonni, rischia di perdere la borsa di studio e decide di agire. Stefani si scopre essere la nipote di Iris e dopo essere ritornata a casa per chiedere delle informazioni al padre, trova il rifiuto di questi di parlargliene, siccome la moglie come la suocera era ossessionata dalla morte ed era morbosamente iperprotetiva, poteva in qualche modo danneggiarla, ma le consiglia ugualmente di rivolgersi allo zio. Stefani con il fratello si reca a casa dello zio ricevendo ugualmente il rifiuto di questi, ma su insistenza della ragazza riesce a strappare l'indirizzo alla moglie. Giunta all'indirizzo, Stefani rimarrà sbalordita dal costatare che la dimora della nonna era una sorta di bunker iper sicuro, con reticenza, l'anziana riceve la nipote e dopo averle confidato che a causa di un cancro non le rimaneva molto tempo e che probabilmente dopo la sua morte il suo martirio sarebbe passato proprio a Stefani in quanto la morte doveva eliminare intere generazioni che non sarebbero mai dovute esistere perché i loro parenti sarebbero dovuti morire tutti nel lussuoso ristorante, le mostra un libro con tutte le sue annotazioni per sopravvivere a lungo alla morte comprendendo lo schema, quasi matematico, con il quale essa agisce. Ovviamente, Stefani reputa che la nonna sia fuori come un balcone, e dunque l'anziana comprendendo che non le rimaneva molto da vivere offre una dimostrazione pratica facendosi uccidere dalla morte. Con una prova così tangibile, Stefani consulta il libro e nota i vari rami delle varie famiglie sterminate dalla morte nel corso degli anni che comprendo ovviamente anche quelle dei film precedenti, e ne parla alla famiglia che ovviamente non gli dà credito, ma con la morte di alcuni parenti si convincono che la ragazza e la nonna erano nel giusto e si rivolgono allo storico personaggio della serie William John Bludworth dopo aver appreso che anche lui era riuscito a sfuggire alla morte e si scopre che il medico legale e impresario di pompe funebri fu un bambino salvato proprio da Iris.

Considerazioni finali

Rispetto agli altri film della serie, si nota che il budget è stato piuttosto elevato, mi è piaciuto molto il flashback iniziale che ha riprodotto fedelmente un'America degli anni '60 giocosa, quasi onirica e stilosa. Le morti come al solito sono elaborate e fantasiose ed è sempre uno spasso vedere i personaggi morire male anche se qualche effetto speciale in CGI e soprattutto il sangue fintissimo mi ha fatto storcere il naso. Purtroppo questo è stato l'ultimo film in cui è comparso l'attore che interpreta William John Bludworth: Anthony Tiran Todd, apparso visibilmente dimagrito e devastato dal tumore allo stomaco di cui soffriva da tempo e che attraverso le parole del suo personaggio di finzione, che consigliava di godersi ogni istante della vita perché la morte può giungere in qualsiasi momento, profeticamente ha premonizzato la sua dipartita il 6 novembre scorso.

Voto: 8/10

Gerry

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