Molto bene carissimi amici, oggi trattiamo Thunderbolts*, diretto da Jacob Stacey Schreier, e rispettivamente 36º film dell'MCU, e capitolo finale che chiude la Fase 5, mentre la successiva sarà inaugurata da I fantastici quattro: gli inizi (The Fantastic Four: First Steps) in uscita in Italia il 23 luglio.
In questa pellicola, trattando dell'ennesima lega/alleanza di super eroi (anche se in realtà si tratterà di antieroi), ci saranno vari personaggi su cui focalizzare la propria attenzione. Tuttavia, la vera protagonista è l'ex Vedova Nera Yelena Belova che sentirà un forte vuoto dopo la morte della collega Natasha Romanov, ragione per cui, per sfogare le proprie frustrazioni si dedica anima e corpo al lavoro di assassina e spazzina di prove compromettenti per conto della viscida Valentina Allegra de Fontaine che negli ultimi tempi aveva il fiato sul collo della CIA e di Bucky Barnes, e gravava su di lei il peso di un impeachment essendo accusata di condurre esperimenti di dubbia moralità su esseri umani. Oltre alla documentazione, Valentina reputa opportuno chiudere la bocca di Yelena e di altri suoi collaboratori segreti con il compito di toglierle le castagne dal fuoco, dando a ciascuno di essi l'ordine di fermare un intruso in un complesso intenzionato a rubare materiale sensibile. Ciascun mercenario, convinto che l'altro fosse l'intruso, inizia una lotta furibonda in cui partecipanti sono appunto: l'ex vedova nera Yelena, la sabotatrice Ghost alias di Ava Starr in grado di smaterializzarsi per un minuto e oltrepassare le pareti, il capitan America fallito con la carriera distrutta dopo aver compiuto un errore che gli era costato la carriera e l'amore della moglie John Walker, e la misteriosa Taskmaster di cui non sapremo nulla perché sarà l'unica a beccarsi una pallottola in testa prima che i mercenari seppellissero l'ascia di guerra e iniziassero a ragionare su come uscire dalla struttura che si scoprirà essere un enorme inceneritore che li avrebbe abbrustoliti all'istante, e soprattutto, chi diavolo fosse l'uomo che avevano incontrato nella struttura in evidente stato confusionale e sofferente di vuoti di memoria di nome Bob e sul perché riceveva così particolari attenzioni proprio da Valentina. Per conseguire il loro obbiettivo, volenti o nolenti, i mercenari sono costretti a creare un team (a cui si aggrega anche il soldato d'inverno), fortemente voluto dal ex soldato potenziato sovietico Alexei (padre di Yelena) chiamato Thunderbolts, come la squadra di calcio fallimentare in cui militava la figlia.
Considerazioni finali (potrebbe contenere spoiler)
Le scene di combattimento sono davvero ben curate, le battute umoristiche che nei film MCU spesso si riducono a catene infinite di comicità bambinesca, in questo caso vengono adoperate quando occorrono senza appesantire il ritmo, con un linguaggio realistico, scurrile. ma senza eccessi. Interessante il rapporto simbiotico tra Yelena e Bob, accumunati dalla medesima solitudine e depressione. Bob ha vissuto una vita non meno infernale di quella di Yelena, testimone da bambino di scene di violenza domestica, un invisibile della società caduto nel tunnel della droga, fino a essere ridotto a una cavia da laboratorio da parte di uomini infidi che prometterono di curarlo, ma che in realtà a sua insaputa lo inserirono nel progetto Sentry che si prefissava l'obiettivo di creare l'eroe totale e tombale. Bob sarà l'unico sopravvissuto del suddetto progetto, i suoi poteri sono pari a quelli di un dio, ma la sua instabilità mentale, fa sì che egli sia come una bomba nucleare pronta ad esplodere senza che nessuno potesse riuscire a fermarlo. Interessante dunque il dualismo della personalità di Bob, da un lato troviamo una parte del suo animo vuoto, che corrisponde appunto alla personalità di Void, il dio capriccioso e distruttore che ingloba l'umanità in un velo di tenebre costringendole a rivivere i momenti più oscuri della loro vita in una serie infinita di stanze, e l'altra personalità più sopita e intima di Bob con le sue insicurezze che preferisce restare nell'oscurità di Void vivendo in una stanza reputa migliore rispetto alle infinite altre come sorta di rifugio. Nonostante questa stanza sia un mini-universo violento e colmo di ricordi dolorosi, sono proprio i ricordi a cui Bob può attaccarsi e trovare sollievo dalla sua solitudine. La scena quasi finale del film è molto bella, i mercenari entrati nel Void, oramai suoi amici, lo abbracciano e gli sussurrano che non è più solo, e Bob più sicuro di sé riesce a uscire dalle stanze di Void permettendo anche a coloro che erano stati catturati di fuggire. L'altro personaggio interessante è proprio Valentina, una donna spregiudicata che sulla carta vorrebbe creare l'eroe definitivo come deterrente contro paesi canaglia ostili agli USA e vulnerabili dopo la scomparsa degli Avengers, ma che nella pratica vorrebbe dominare gli States sotto la sua guida portando dalla sua parte Bob screditando il neo formato gruppo dei Thunderbolt* rappresentandolo come la minaccia da estirpare, ma dopo la ribellione di Bob/Void che in quanto dio non vede perché tenga da dare credito a Valentina, e la sua "sconfitta" (ma direi più contenimento), Valentina dimostra anche di essere un personaggio piuttosto ambiguo e capace di manipola, per evitare l'arresto, presenta alla conferenza che aveva organizzato in anticipo per gettare fango sui Thuderbolts, questi ultimi come i nuovi Avengers dopo essersi distinti come super eroi, evitando così momentaneamente l'arresto. Infine Thunderbolts* si presenta come un classico blockbusterone ricco d'azione, che finalmente non commette i classici errori delle altre pellicole MCU e che nella sua semplicità, riesce anche a veicolare messaggi profondi come la solitudine, la depressione e il demone della droga.
Voto: 7/10
Gerry
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