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Until Dawn (2025): sopravvivi alla notte, o diventa parte di essa

Molto bene carissimi amici, oggi trattiamo un film per la regia di David Fredrik Sandberg del 2025, liberamente tratto dal videogioco omonimo del 2015 Until Dawn (che nella edizione italiana del film, aggiunge l'inutile sottotitolo che rappresenta la traduzione letterale del franchise: Fino all'alba). Premetto che non ho mai giocato al titolo in questione, e dunque le mie impressioni si baseranno solo su quanto visto del film che reputo un horror molto classico e non particolarmente originale, ma che mi ha piacevolmente intrattenuto.


Il film si apre con una delle grandi scene classiche degli horror: un gruppo di amici in auto compiono un viaggio per cercare la sorella di una di loro (di nome Clover), e chiedono a classico esercente di una stazione di servizio, viscido e sospetto, se avesse visto la ragazza scomparsa, ma egli dopo aver negato, suggerisce che più avanti, nei pressi della cittadina mineraria di Glore Valley, sconvolta da un tragico incidente, venivano denunciati molti casi di sparizione. Durante un brutto temporale, il gruppo di amici recandosi nella direzione indicata, si ritrovano di fronte alla scontatissima e inquietante casa di turno, più che altro un hotel, dove i ragazzi scorgono dei registri su cui erano riportate le firme di coloro che pernottavano e nei quali con orrore, Clover scopre che era presente anche la firma della sorella scomparsa, oltre la foto della stessa insieme ad altre di molte persone con la scritta "scomparsə", senza numeri telefonici o altre informazioni per potersi mettersi in contatto con familiari o autorità in caso di avvistamenti, affissi su una bacheca. Il posto è inquietante, e alcuni dei ragazzi più lungimiranti propongono giustamente di andarsene, ma qualcuno entra nel loro veicolo e resta ad osservarli e forse ad investirli qualora avessero tentato la fuga. Fortemente scossi e non in grado di usare i cellulari, sono costretti nolenti a restare nel hotel e a pernottare, ed è proprio allora che una grande clessidra, azionata da un meccanismo, si capovolge e i giovani vengono aggrediti da un uomo mascherato e dalla forza sovrannaturale come Jason Voorhees, che li uccide come mosche nell'arco di pochissimi minuti. Tuttavia, i ragazzi tornano in vita e il film inizia a utilizzare espedienti narrativi quali i loop temporali, dove coloro che ne sono coinvolti tentano di sopravvivere rivivendo gli stessi eventi e facendo scelte differenti per evitare o eliminare il loro aggressore mettendo fine al loop, anche se una delle domande che spesso si fanno in questo genere di film, fumetti... è fino a quando gli sarà concessa la possibilità di resuscitare e tentare di sopravvivere e se effettivamente riusciranno ad uscire dal loop temporale. In effetti, Until Dawn si rifà agli elementi tipici dei loop temporali, ma con la differenza che a ogni tentativo di superare la notte e spezzare il loop temporale, i ragazzi si ritrovano ad affrontare minacce sempre nuove, a costatare la comparsa di altre case, e a notare su di sé strani cambiamenti fisici bestiali, scoprendo, dalle parole di una vecchia, che qualora non fossero riusciti a superare la notte sciupando un certo numero di tentativi, sarebbero divenuti parte di essa trasformandosi nelle stesse belve che li aggredivano ogni notte. 

Considerazioni finali

Come già scritto, il film non presenta una particolare originalità, ma la fotografia e le ambientazioni orrorifiche sono più che buone, il ritmo e bello serrato, i personaggi non hanno un particolare spessore e andrebbe anche bene così se non per almeno 2 di essi che avrebbero dovuto essere, a mio avviso, più incisivi: in primis, la ragazza asiatica e sedicente medium Megan, che date le sue capacità mediatiche avrebbe a mio avviso dovuto adoperare il suo dono come enorme vantaggio per sopravvivere alle notti di terrore, e invece le sue presunte capacità sono inutili e criticare con scetticismo dai suoi stessi compagni, mentre l'altro personaggio che avrei voluto vedere più sfaccettato è il vero villain del film: uno psichiatra chiamato a Glore Valley per assistere psicologicamente i suoi abitanti, ma che in realtà li adopera come cavie umane costatando il verificarsi dei misteriosi loop temporali, la trasformazione degli abitanti in belve che deriverebbero dalle loro paure (una sorta di Silent Hill diciamo), essendo questo folle, comunque un uomo di scienza, avrei voluto qualche approfondimento in più almeno teorico sulla strana origine del fenomeno del loop, e delle trasformazioni dei cittadini di Glore Valley derivanti da aspetto psicosomatici. Ma tutto sommato, pur non avendo giocato al gioco, ho goduto della visione del film.

Voto: 7/10

Gerry

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