Karate Kid: Legends (2025): episodio che canonizza il remake del 2010 e riporta su schermo tutte le leggende
Molto bene carissimi amici, finalmente ho visto con grandissimo piacere Karate Kid: Legends, 6º capitolo di quest'anno dello storico franchise di arti marziali che, sfruttando abilmente l'effetto nostalgia e proponendo una soluzione narrativa semplice ed efficace, il regista Jonathan Entwistle riesce a giustificare il motivo sia della presenza di Daniel LaRusso, succeduto all'eclettico Miyagi e ora lui stesso maestro di karate, che quella del maestro di kung-fu Han, apparso nel remake del 2010 e ora a tutti gli effetti personaggio canonico della serie.
Il film si apre con un flashback nel quale un giovane Daniel sta dialogando con il suo loquace e saggio maestro riguardo le origini del karate della propria famiglia di Okinawa e dei suoi antenati, e di come uno di questi, a causa di vari eventi, fosse giunto in Cina e avesse conosciuto la famiglia Han iniziando uno scambio culturale sulle rispettive discipline marziali e siglando un patto di lunghissima amicizia perdurante ancora oggi. Subito dopo ci si sposta in Cina dove possiamo costatare che Han ha un gran bel da fare con numerosi studenti di kung-fu, e in particolare eccelle un suo nipote di nome Li Fong che a causa di motivi di lavoro della madre in USA e per motivi oscuri (svelati successivamente) sul timore della donna di perdere anche un altro figlio a causa delle arti marziali, egli dovrà con rammarico lasciare il paese e mollare il Kung fu per dirigersi all'estero. Una volta giunto negli States, Li Fong farà fatica a integrarsi e stringere amicizie, ma con l'intenzione di comprarsi una pizza in un locale italoamericano, conoscerà la simpatica Mia che gestiva la pizzeria con il padre ex campione di boxe. Mia rimarrà felicemente colpita dalla personalità e simpatia del ragazzo cinese, si offrirà di fargli da guida della città e tra i 2 è sempre più lampante l'inizio di una relazione sentimentale, ma lei era stata la fidanzata di un ragazzo violento ed eccellente karateka di nome Conor che, squadrando Li Fong, farà di tutto per provocare una reazione da parte sua e gonfiarlo di botte con estrema facilità nonostante la sua dura formazione di kung-fu. Nonostante l'umiliazione della sconfitta, Li Fong non si perde d'animo, continua a frequentare Mia e insegna il Kung fu al padre di lei per difendersi e ottenere denaro da incontri per la figlia, quando il ragazzl salva lo stesso da dei gorilla mandati dalla palestra dove si allenava Conor, poiché il propietario aveva prestato del denaro all'uomo e voleva essere ripagato. Ad ogni modo, la parentesi di Li Fong come allenatore durerà estremamente poco e si concluderà in modo abbastanza grave per l'incolumità del padre di Mia, gettando il ragazzo in una profondo stato di prostazione dalla quale si riprenderà solo grazie all'arrivo del caro maestro Han. Han esorterà Li Fong a partecipare, anche contro la volontà della madre, al torneo di karate nel quale si sarebbe battuto l'arrogante Conor sia per dargli una sonora lezione che per aiutare Mia e suo padre a risolvere i loro problemi economici con la vincita del premio in denaro. Tuttavia, il solo kung-fu di Li Fong sarà insufficiente e dunque il suo maestro, in virtù della secolare profonda amicizia tra gli Han e i Miyagi, riesce a convincere Daniel a intraprendere con il maestro Han un allenamento intensivo combinando gli insegnamenti del kung fu e del karate per aumentare le possibilità di vittoria di Li Fong.
Considerazioni finali
Il film è molto godibile, la trama principale non si distacca molto da altri capitoli della saga, in particolare il 1º e il remake del 2010 (che oramai è stato rinominato ufficialmente come 5º capitolo), poiché abbiamo sempre la meccanica dei 2 ragazzi innamorati, la presenza di un ex abile nelle arti marziali che le suona al protagonista, e l'allenamento che questi dovrà sottoporsi per partecipare al torneo di arti marziali attraverso il quale risolvere i dissapori con il suo rivale. Tuttavia, nonostante l'umorismo generale della saga, incluso quest'ultimo film, senza però trascurare importanti tematiche come il bullismo, l'uso delle arti marziali da usare esclusivamente in caso di difesa personale, perle di saggezza asiatica che risultano epiche solo quando pronunciate dal sommo maestro Miyagi, in Karate Kid: Legend mi è sembrato tentare una svolta più matura attraverso lo stato di prostazione del protagonista che assistì alla morte del fratello incapace dì difenderlo a causa di un fortissimo shock emotivo che lo tormenterà anche in altre scene del film essendo ancora incapace di metabolizzare il dolore e il lutto dell'amato fratello. Forse l'allenamento personale di Li Fong e in generale i combattimenti del torneo, per quanto spettacolari risultano essere scene molto rapide a cui si dedica poco spazio solo verso il finale. Qualche gag non mi ha fatto impazzire, in particolare sono rimasto spiazzato da una siparietto comico cringissimo tra Daniel e il suo ex acerrimo nemico Johnny Lawrence circa la migliore pizza in America e l'intenzione di aprire una propria pizzeria che non ho affatto apprezzato, soprattutto perché il ritorno di questa leggenda del franchise è stato effimero e banale. Tuttavia, a parte qualche piccolo difetto ho molto apprezzato il film.
Voto: 7/10
Gerry
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