Molto bene carissimi amici, in attesa di Highest 2 Lowest il 22 di questo mese nei cinema USA, ovvero il remake di High and Low: il titolo con il quale è conosciuto nei paesi anglofoni il capolavoro poliziesco del maestro Akira Kurosawa Tengoku to Jigoku (da noi conosciuto come Anatomia di un rapimento), oggi recensiremo ovviamente il film originale del lontano 1963 e il remake indiano Inkaar del 1977. Un ulteriore e ominimo remake giapponese del 2007, purtroppo quasi del tutto sconosciuto e introvabile essendo stato concepito come film televisivo, è stato trasmesso su TV Asahi e non ho avuto modo di analizzarlo.
Il signor Gondo è il classico self-made man che dal suo umile apprendistato come calzolaio che amava il suo lavoro e voleva realizzare prodotti di estrema qualità e durabilità, arriva a ricoprire un posto importante nell'azienda produttrice di scarpe National Shoes. Tuttavia, i rapporti tra Gondo e gli altri membri dell'azienda erano al quanto spinosi poiché l'uomo voleva prendere le redini dell'attività e gestirla a modo suo ed era in completo disaccordo con diverse linee guida dei suoi colleghi che gli divennero ostili, ragione per la quale Gondo cospira alle loro spalle ipotecando addirittura i propri beni per acquistare azioni e divenire il capo della National Shoes comunicandolo con gioia alla moglie e al suo braccio destro. Proprio quando tutto sembrava procedere per il verso giusto, Gondo viene contattato telefonicamente da un uomo che aveva affermato di aver rapito il figlioletto Jun che stava giocando con l'amico Shinichi e qui compare uno dei principali temi morali del film: Gondo non ci pensa 2 volte a evitare di chiamare la polizia per tutelare l'incolumità del figlio nelle mani del pazzo, ma quando si rende conto che il criminale per errore aveva rapito l'amico di Jun, figlio dell'autista di Gondo, il riccone si mette in contatto con la polizia sperando che il rapitore accortosi dell'errore liberasse il ragazzo e ovviamente fosse preso dalle autorità, come fa notare la moglie che non approva la decisione del marito, è ovvio che c'è un ingiusto doppio standard, per il figlio Fondo avrebbe subito pagato rischiando di mandare in vacca la sua operazione e rischiare di perdere tutto, ma con un figlio non suo decide di scommettere mettendo in gioco la vita di un innocente. Poco tempo dopo, con un espediente, la polizia giunge a casa del signor Gondo per evitare di allertare il rapitore nel caso stesse spiando la casa nei paraggi, e inserisce cimici nel telefono del ricco uomo per sperare di rintracciare il rapitore che non tarda a telefonare e a giocare psicologicamente con Gondo sfidandolo e minacciando di uccidere Shinichi e infine l'uomo cede e paga il riscatto sperando di ritrovare i soldi successivamente, ma i problemi di Gondo non tardano ad arrivare e rischia una confisca dei beni se non riesce a ripagare i suoi creditori. L'unità di polizia guidata dal giovane e talentuoso ispettore Tokura, che era restata tanti giorni nella casa di Gondo per cercare di risalire all'identità del rapitore, prova solidarietà verso l'uomo e decide di utilizzare ogni mezzo e indizio a loro disposizione per recuperare il denaro estorto e consegnare alla giustizia il rapitore ed eventuali complici. Parteciperà alle indagini anche Aoki, il padre di Shinichi, per ringraziare il proprio datore di lavoro di aver salvato suo figlio compromettendo la propria immagine e posizione sociale.
Considerazioni finali
Il film originale del sommo maestro non è solo un poliziesco, offre anche la visione della società giapponese dell'epoca in pieno boom industriale e offre anche differenti spunti di riflessione su principi morali, in primis, come abbiamo scritto, l'abolizione di un doppio standard cinico: non esistono bambini di serie A e B, vanno tutti tutelati anteponendo la loro sicurezza al proprio benessere e stabilità economica. Nelle sue indagini, l'ispettore Tokura quando finalmente inizia a stare con il fiato sul collo del principale sospettato, inseguendo in un bar esclusivo e molto festaiolo ci viene data un immagine di un Giappone apparentemente libero e spensierato, ma che ovviamente nasconde anche altre realtà meno visibili come quartieri degradati dove i drogati sono emarginati e si aggirano come zombie devastanti dalle sostanze chimiche. Una volta catturato la mente dietro il rapimento finita nel braccio della morte per aver ucciso anche delle persone, abbiamo il confronto tra l'uomo e il signor Gondo che rappresentano i 2 estremi della società dell'epoca: un uomo straordinariamente ricco grazie ai frutti del suo sudore, la cui mega villa è posta non a caso su un collina dalla quale domina e vede dall'alto verso il basso i quartieri più poveri in cui viveva il rapitore che odiava la sua condizione e per la frustrazione voleva rovinare il signor Gondo con una discesa dal paradiso verso l'inferno (forse proprio per questo il titolo del film giapponese è più indicatl) facendolo trovare (o meglio ritrovare in quanto il signor Gondo aveva già sperimentato cosa fosse la povertà) nella sua medesima posizione. Il finale del film è molto bello perché insegna che ci sono sempre momenti in cui si può raggiungere il paradiso (stabilità economica, benessere...) e altri in cui si discende all'inferno (perdita status sociale, lavoro ecc...) ma ciò che conta è ritornare a risalire il paradiso, proprio come fa alla fine il signor Gondo, non riesce a recuperare il denaro in tempo per pagare i creditori, perde tutto, ma trova subito impiego in un'altra ditta di scarpe dove dovrà iniziare da 0 anche se parte subito da una posizione privilegiata.
Voto: 9/10
Inkaar (1977): il remake indiano in lingua hindi di Raj N. Sippy decisamente più action
Non ci soffermiamo molto sulla trama perché in linea di massima è identica al film originale, ma sui rapporti leggermente approfonditi dei personaggi ed eventuali differenze nella psiche dei personaggi. Il signor Gondo che nel film si chiama Haridas è un uomo molto più affabile, il signor Gondo vuole bene al figlio e al suo amichetto, ma ha un tono fin troppo marziale, quasi militare, invece Haridas è solare, forse proprio perché durante il giorno in cui fu rapito il figlio del suo servitore ricorreva il suo anniversario di matrimonio e fa regali sia al figlio Guddu, al figlio del servitore Bansi che alla moglie Sonu. L'ispettore Tokura, o meglio l'ispettore Amarnath, è molto manesco e usa mezzi poco ortodossi, pesta di botte un uomo che aveva finto un malore per non pagare quanto consumato, uno spacciatore (unico flebile collegamento alla tematica del film di Kurosawa) e quanto si occupa del caso di rapimento, si scopre essere anche il ragazzo amato dalla sorella del signor Haridas Greta, ma rifiutato dall'uomo che senza conoscerlo aveva scartato in quanto non ricco. Inoltre ci viene spoilerato sin da subito che i complici del rapitore di nome Raju, sono un uomo e una donna, e che inoltre la mente dietro al rapimento conosceva benissimo il signor Haridas perché era un suo dipendere rancoroso cacciato per aver molestato una donna al suo servizio. Raj è un uomo molto pericoloso sia perché sa usare il cervello che per la sua forza fisica e per niente arrendevole come il criminale dell'originale, minaccia spesso i suoi stessi lacchè e uccide senza alcun risentimento, ma siccome non ucciderà i suoi complici come nel film di Kurosawa, l'ispettore Amarnath, oltre a delle indagini decisamente differenti dall'originale, dovrà battersi con tutti e 3 i rapitori.
Considerazioni finali
Apprezzo sempre quando un remake differenzia in po' dall'originale e aggiunge elementi in più. Il regista tutto sommato è stato bravo, odio i musical in generale e avrei evitato per questioni di ritmo le svariate canzoni precedenti che accentuano in particolare l'amore coniugale tra il signor Haridas e la moglie o quello fra gli amanti Geeta e lo spartano ispettore che alla fine potrà stare con la donna amata con la benedizione del cognato che recupera in tempo (a differenza dell'originale) il denaro per pagare il riscatto, ma si tratta di un film Bollywoodiano di vecchio stampo e non possono essere escluse le musiche.
Voto: 6/10
Gerry
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