Molto bene carissimi amici, in attesa dell'uscita nelle nostre sale di Bugonia, oggi tratteremo il film originale sudcoreano inedito in Italia di cui è remake conosciuto internazionalmente come Save the Green Planet (Chigurŭl chik'yŏra!) diretto da Chang Chunhwan.
Un uomo, di nome Lee, fin troppo appassionato di cinema di fantascienza, convince la sua fidanzata Su-ni di un'imminente invasione aliena con l'approssimarsi dell'eclissi lunare e la venuta di un principe proveniente da Andromeda, e si conviene che un CEO di un importante azienda chimica, il sig. Kang, sia un alieno da rapire e torchiare per conoscere dettagli utili a fermare l'invasione e salvare la Terra. Una volta raggiunto il suo obbiettivo, Lee inizierà a torturare brutalmente l'uomo che tenterà più volte di combattere e fuggire per la sua vita, confessando di essere un alieno e che la sua razza aveva importanti progetti per il pianeta più che altro sfruttando la follia del suo carceriere e guadagnare tempo nella speranza di ricevere aiuto da qualcuno o dalle autorità, e in effetti la polizia non sta con le mani in mano. Grazie al fatto che il sig. Kang era il genero del capo della polizia e un pezzo grosso, viene subito mobilitata una sontuosa ricerca a cui partecipa il giovane ma abile agente Kim che chiede consulenza a un ex ispettore, suo idolo, per unire i pezzi del mosaico attorno al misterioso rapimento. Nel corso della storia costateremo che il sig. Kang è considerato non solo un alieno nella mente disturbata di Lee, ma anche la causa reale del coma della madre che lavorando lì inala gas tossici a causa di un'incidente in fabbrica. Questo dramma è solo la punta dell'iceberg dei traumi che il povero Lee ha subito durante la sua vita sin dall'infanzia, molto probabilmente ha metabolizzato il dolore trasformando coloro che gli fecero male in alieni da uccidere per reprimere il suo tormento, ma nel finale sembra proprio che i timori di Lee fossero più che fondati e che la responsabilità dell'alieno sulla condizione di sua madre fosse stato solo un incentivo in più a catturarlo e torturarlo a morte.
Considerazioni finali
La genialità del regista è indubbiamente quella di giocare sulla sospensione dell'incredulità dello spettatore. Da un lato il film sembra suggerire che gli alieni fossero reali e con intenzioni ostili nei confronti dell'umanità che loro stessi avevano plasmato a loro somiglianza per punirli della loro malvagità irrecuperabile, ma dall'altro, a me almeno ha fatto sorgere il dubbio che fosse un ultimo delirio di Lee ferito a morte dall'agente che aveva intuito il suo coinvolgimento nel rapimento del sig. Kang; e riguardo quest'ultimo, ad un certo punto sembra decisamente intento a fare confessioni sugli obiettivi degli alieni e la loro natura, ma solo nei momenti in cui il suo carceriere e in procinto di ucciderlo in modo tale da poter guadagnare tempo, anche perché Kang mente e si contraddice speso. Per cui il dubbio finale da me riscontrato è se quanto visto alla fine e reale o una proiezione distorta di Lee in punto di morte.
Voto: 8/10
Gerry
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